venerdì 16 marzo 2012

BOTTA

Cara Dalia,
ecco tua sorella...comincio dal basso:
babbucce con suola ortopedica per isolarmi dal freddo, calze grosse sempre antifreddo,
gonna riciclata un po' corta e un po' stretta per i lavaggi casalinghi,
un maglione di quelli   "tanto per fare i mestieri",
il capo avvolto da un foulard legato alla "monaca di Monza" (per nascondere i magici bigodini a caldo).

Mi guardo allo specchio: no!
Tolgo con cautela il foulard quasi come farebbe un medico nel togliere il bendaggio a un grande ustionato...resto senza fiato.
Tolgo con furia ogni gabbietta e ogni bigodino...i capelli che prima di lavare mostravano una ricrescita di un cm, ora ne mostrano una di due; quelli che non sono né bianchi né grigi hanno magnifici riflessi tra il rame e il carota; i ciuffi di capelli arrotolati, ben staccati l'uno dall'altro, mostrano mostruose onde lasciate dalle gabbiette mal disposte...
Ci vorrebbe un miracolo.
Forse è solo un incubo...domani mi alzerò e vedrò una chioma d'un bel castano dorato sapientemente inanellata.
Sicuramente il "parrucchiere fai da te" non è il mio hobby preferito.
Sento sul labbro superiore un baffetto che punge, ma alla scarsa luce mi sfugge e la pinzetta non lo becca.
Insomma oggi mi vedo un cesso e mi riprometto di non ridurmi più in questo modo.
L'unica cosa da fare è dormirci su...forse anche i ricci si schiacceranno e nasconderanno crescita, riflessi, onde!
Ciao, una risata amarognola...uno sberleffo di sghimbescio, una capriola a mezza gamba.

tua Lillà

e RISPOSTA

Mia carissima Lillà,

non ti denigrar così pesantemente,
credo che se come insetto impertinente                            
potessimo trasformare il nostro corpo
e penetrare nelle case altrui...
ne vedremmo delle belle e rideremmo
sia delle Lei che di tanti Lui.
Quando per esempio, suona la sveglia la mattina,
vedessi com'è la sorellina...
Per non prendere freddo ai suoi piedini
infila tosto dei calzini:
bianchicci, spesso scompagnati, un po' mollicci
e quindi arrotolati...
Passando di fianco al primo specchio,
se per caso l'occhio le si butta,
intravede un'informe cosa brutta.
Se poi per sua sventura si sofferma,
tra'l lusco e il brusco ecco cosa vede:
un grigio colorito come derma,
due fosse assai profonde sotto il bulbo,
dei ciuffi senza senso sulla testa
che danno nell'insieme un'aria mesta,
Così conciata, a preparar la colazion s'appresta
al suo consorte che riposa ancora...
il caffè, la pastiglia pro pressione...
ma poverino, chissà che delusione
e poi che gran paura
quando,
aperti i suoi occhietti,
si ritroverà davanti 'sta figura!
Dov'è finita quella mogliettina sinuosa, spumeggiante,
con le chiome al vento...dov'è finita la sua dolce sposa
fresca e profumata come rosa?
S'alza il meschinello, trascina il passo fiacco,
entra nel cesso con il suo tabacco:
canotta, addome prominente
lo sguardo un poco assente...
E lei l'osserva e pensa un poco amorfa:
dov'è finito il mio marito snello, possente, con il ciuffo biondo,
bello decisamente?
Ora è di là, seduto sulla tazza e al posto di quel ciuffo...
c'è la piazza.

                           Dalia appassita


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