martedì 17 aprile 2012

                   


Ultimi colpi di coda dell'inverno -
Aprile 2012



                  Già prima di Natale, Dalia ha messo il
                  "magico scaldaletto" sotto il lenzuolo del
talamo...
E’ un piacere spogliarsi al freddo  e poi stendersi nel tepore del letto.
Questa per Dalia è la nota più allettante del rituale notturno.
Socrate l’anticipa sempre di qualche minuto, mentre lei sistema i suoi indumenti sul calorifero per trovarli caldi la mattina dopo.
Eccolo il consorte, già sotto le coperte, supino…Dalia ne scorge solo il naso e il berretto di lana con pon pon che Socrate si cala in queste rigide notti  sul cranio  (del resto quella parete della camera è veramente fredda e infatti Dalia ha staccato la testata del letto di almeno venti centimetri dal muro).
Dalia scivola sotto le coperte e Socrate allunga la sua mano gelida per darle il benvenuto.   -Dio santo! Sei di ghiaccio!-grida Dalia.
Socrate ritira la mano.
Il televisore acceso (ormai anche questo è un rituale) diffonde parole, parole parole che aiutano Dalia a trovare la strada per dormire, ma questa notte le viene in mente una scenetta che le ha raccontato una sua amica al telefono nel pomeriggio:

“Ieri  notte, come il solito ho fatto tardi…sai che non ho mai sonno e tiro magari le 3 o le 4 a leggere o a guardare qualche film…in queste notti  fa freddo e vado a letto con un paio di calzettoni di lana. Cerco di non svegliare mio marito, ma mi sente e dice: ”E’ quasi mattina…”  Di  solito lui si gira sul fianco verso la sponda, questa volta invece allunga le gambe  verso di me…io son gelata, lui  è bello caldino…così, furtivamente mi tolgo i calzettoni e metto i piedi tra le sue cosce…e  improvvisamente mi viene da ridere e  non riesco  più a smettere e lui  mi chiede:  “ Cosa c’è? Perché ridi? Sei impazzita? Fa ridere anche me…”
Ma era così convulsa la risata, che non riuscivo a parlare…sai quando ridi e non riesci più a fermarti…non sono riuscita a spiegargli il perché…”
-E qual era il motivo?- le chiede Dalia  e l’amica  cominciando a ridere: - Mi ero detta: questo è il sesso a settant’anni…adesso ci basta togliere  i calzettoni…”

Dalia gira il viso verso il marito  e s’accorge  che lui la sta guardando con occhio languido: -Sei bellissima…- le dice e lei vedendoselo a venti centimetri  con quella specie di papalina calata fino alle sopraciglia, a fatica trattiene una risata…(come fai a ridere in faccia a un marito che dopo tanti anni di matrimonio ha il coraggio di farti un complimento così…mentre tu sei consapevole di tutto lo sfacelo del tuo viso e del tuo corpo…)
-Eh…bellissima…da vicino ci vedi poco, questa è la mia fortuna!-  sussurra Dalia e gli manda un bacino. 

            

lunedì 16 aprile 2012



Pasqua, pasquetta...volate via spinte da un vento che sapeva più di marzo che di aprile.
Dalia non si lamenta per come sono trascorse le giornate, anzi ne è quasi compiaciuta...A tavola durante il pranzo, nessuna battutina di quelle velenose che a volte s'insinuano tra una portata e l'altra, nessun commento politico...nessuna luna di traverso.
Non così tranquilla è trascorsa invece la Pasqua della sua amica, la Giovanna...quella dei calzettoni...(ma questa è un'altra storia che vi racconterò magari domani)... Giovanna ha definito  la sua Pasqua "fantozziana"...

Giovanna, dunque, verso le undici e trenta del giorno di Pasqua è pronta per partire col marito, recuperare la cognata e incontrarsi con figlio, nuora e nipotino (due anni): oggi,  tutti con le gambe sotto il tavolo in un ristorante sulla riva del Ticino.  Il cielo è sereno, complice il vento che soffia forte  (sarà lui il colpevole dell'elettricità che crea scintille tra i coniugi Del Duca?).
Divise le postazioni nelle rispettive auto seguendo il volere del nipotino (voio nonni, voio  mamma, voio  papà) Giovanna si trova  nell'auto del figlio Enzo accanto al piccolo, mentre il signor Del Duca
è in compagnia della sorella nubile, tale Benita...(dal nome potete ben capire che non si parla di una ragazzina).
Le due auto si mettono in moto e fino all'uscita dalla città si seguono senza problemi.
Il luogo di destinazione, secondo le indicazioni è facilmente rintracciabile, ma nessuno dei due autisti c'è già andato e quindi si lasciano condurre dal "navigatore satellitare".
Il signor Del Duca mette in funzione il tom tom, il figlio si fa aiutare dal cellulare (ma come si faceva una volta?).
Dopo una ventina di minuti, seguendo  le direttive del proprio navigatore padre e figlio si perdono di vista e percorrono strade diverse che s'inoltrano nelle campagne tra pioppi e risaie...bel paesaggio, distensivo.
Squilla il cellulare (è il padre che chiama)  e il  figlio  non può rispondere per non perdere le indicazioni, così
Giovanna, appena terminano gli squilli...anzi, appena termina la musichetta...chiama il marito con il suo telefonino: -Non poteva risponderti...sta seguendo le indicazioni...-
-Vi siete persi?- domanda con inflessione sarcastica il Del Duca
-Non credo...stiamo facendo la strada che ci indica il navigatore...voi dove siete?-
-Io sono a un chilometro dal ristorante...-Giovanna percepisce il tono trionfante del marito (ma perché questa competitività col figlio anche per il navigatore?)
-Va bene, allora, aspettateci...anche noi dovremmo essere vicini...-
Dopo una decina di minuti finalmente l'auto del figlio raggiunge l'agriturismo: posto splendido, il fiume scorre
cristallino, gruppetti di famigliole fanno il pic nic sulla riva, il vento è sempre forte, ma rende l'aria pulita, sembra di respirare meglio...e il signor Del Duca dov'è?
Giovanna si prende la sua rivincita e lo chiama al telefono: -Dove siete? Vi siete persi?-
Il Del Duca borbotta intercalando qualche imprecazione:-Ah, non so...non ci sono cartelli...che strada mi ha fatto fare 'sto tom tom del cacchio...è tre volte che mi ritrovo nello stesso punto...-
-Ti passo tuo figlio, aspetta...- Giovanna porgendo il cellulare a Enzo trattiene a stento una gran risata.
Dopo un'altra decina di minuti, arrivano anche il signor Del Duca e Benita che accusa un po' di tachicardia e un'impellente bisogno della toilette (forse per il panico di restare imprigionata tra i canneti per  le feste pasquali?)
Finalmente si accomodano al tavolo prenotato e attendono di essere serviti. L'appetito non manca.
L'ambiente è bello ma il servizio lento e il signor Del Duca inizia a brontolare e a lamentarsi del cibo che decisamente non è in proporzione al costo, quindi una delle frasi che gli esce spontanea è: -Se andavamo dal cinese sotto casa, non ci perdevamo, non spendevamo tanto e avevamo già finito...-
Il nipotino dopo un quarto d'ora di obbligata seduta, comincia a correre tra i tavoli facendo amicizia con altri bambini fin che non ruzzola in terra e allora pianti e lacrime. Giovanna lo porta fuori per consolarlo.  Poi nell'attesa tra la prima e la seconda portata, il piccolo a gran voce chiede alla mamma "tetta, tetta" e questa, dopo un attimo di perplessità, spiattella uno dei suoi grossi seni fuori dalla camicetta, offre il capezzolo al bimbo  che dopo poche ciucciate,  placidamente s'addormenta sotto gli occhi sconcertati della vecchia zia e imbarazzati del suocero.
Giovanna approfitta della lentezza del servizio per scappare fuori,  respirare un po' d'aria e scrollarsi di dosso le continue lamentele del marito. Questi sono gli attimi più belli della sua Pasqua. Cammina lungo la riva del fiume, raccoglie qualche sasso bianco e levigato, respira quel vento che al sole è quasi tiepido e si lasia scompigliare i capelli. Oh, lei si sarebbe anche seduta sull'erba, magari anche sdraiata a prendere il sole se avesse avuto con sè un plaid...ma ritorna sui suoi passi promettendosi di restare calma.
Portano il secondo, il dolce,  saltano il caffè e l'ammazza caffè visto la lentezza del servizio, pagano e via.
Giovanna sale in macchina col marito, la cognata e partono.
Percorrono una strada poco larga che attraversa campi e pioppeti ed ecco che un'auto a gran velocità e zizagante arriva nel senso opposto e trancia via completamente lo specchietto della macchina di Enzo...Non sia mai detto, figlio di buona donna qua figlio di buona donna là, il marito inverte la marcia e si mette all'inseguimento del pirata che però (forse esperto della zona) fa perdere le sue tracce dopo poche curve e stradine, mentre Giovanna dà del pazzo al marito e Benita sgrana il rosario mentalmente.
Con le pive nel sacco padre e figlio riprendono la strada di casa. Il signor Del Duca  decide ci fare il percorso seguendo il suo intuito  e difatti si trova nella direzione giusta senza difficoltà, ma nel frattempo ha perso il figlio che probabilmente segue le indicazioni del cellulare ancora una volta.
Sono a due isolati da casa, quando un deficiente frena di colpo e il Del Duca (prima volta nella sua vita) incula un suv  che ovviamente non s'è fatto niente, mentre lui si ritrova un bel danno (meno male che c'è la Casco). Non sto a ripetere le maledizioni e le imprecazioni che il Del Duca lancia contro il vento che ancora infuria e alza la polvere dei marciapiedi milanesi.
Per concludere in armonia, decidono di andare a prendere un DVD al Blokbuster da vedere in compagnia di figlio e nuora, mentre Benita desidera essere accompagnata a casa perché vuole stendersi nel suo letto e ringraziare la Madonna per essere scampata ad un possibile fatto di sangue durante il rientro da una gita pasquale...  E' Giovanna che riporta a casa la cognata e qui c'è un altro piccolo inconveniente...si sente uno strano sfregolio proveniente dal televisore nuovo di pacca collegato dal marito la mattina...cosa sarà? Giovanna s'avvicina all'apparecchio, lo accende, lo spegne...lo sfregolio sparisce...meglio così...lascia la cognata,  sale in macchina del marito a cui non racconta la storia dello sfregolio e se ne torna finalmente a casa...ma il figlio? Dove sarà finito? Si saranno persi loro adesso? Chiama il ragazzo...no, tutto tranquillo:  il piccolo  svegiato dal pisolino, ha voluto  andare a giocare ai giardinetti...tra poco arrivano.
Bene, Giovanna infila le pantofole, si mette in libertà, si lascia andare in poltrona, chiude gli occhi...casa dolce casa.
Suona il telefono: spalanca gli occhi e pensa a Benita: non sarà saltata la TV insieme all'appartamento?
Risponde il marito:  Giovanna si mette calma...era uno che aveva sbagliato numero.

Bene, adesso rilassati Giovanna, la Pasqua di Pace e Resurrezione è quasi finita.