giovedì 31 maggio 2012


Come andare al…gesso


E’ un periodo in cui Dalia si sente svogliata. Ha tante idee per la testa, ma con la scusa
che è caduta e s’è fratturata il polso sinistro, rimanda al domani.
È un po’ che rimugina…non c’è il due senza il tre…quest’inverno è caduta sul ghiaccio
per fotografare la luna che tramontava (riportando una dolorosa ammaccatura là dove non picchia il sole e che a volte le fa ancora male)…pochi giorni fa è scivolata o inciampata su una pietra  tra l’erba, mentre stendeva il bucato…e s’è rotta il polso…ma una volta rimosso il gesso, camminerà a piccoli passi, guardinga…calcolerà l’altezza degli scalini…si munirà di bastone per camminare lungo i sentieri? Povera Dalia, a volte si sente un po’ rinco.
Ma conoscendo la sua indole fanciullesca, rimosso il gesso, correrà col cane nell’erba alta ricresciuta nel frattempo, s’inoltrerà nel bosco tra sterpi e rovi seguendo qualche percorso forse di capriolo o gatto selvatico con la speranza (più che altro un sogno) d’immortalare l’animale con la sua digitale sempre al collo…e tutto ciò potrebbe  dimostrare che i  proverbi spesso sono veritieri.
Sono trascorsi già 14 giorni, ridendo e scherzando (?!?) e ormai il gesso fa parte di Dalia…oggi ha escogitato anche il modo di salvarlo da spruzzi di salsa o peggio: ha preso una vecchia calza grigio scuro, se l’è infilata su per il braccio e poi ha tagliato la punta da cui le quattro dita  si possono destreggiare e inoltre ha liberato anche il pollice con un buco a parte…perfetto!  L’idea di tornare dall’ortopedico che l’ha ingessata con il  lavoro dello stesso tutto imbrattato, le dava fastidio. Forse il figlio Eliseo (che verrà a trovarla per il raduno delle 500) vorrà disegnargli sopra proprio una mitica 500 e  un disegno ci  può anche stare…
Socrate s’è dato da fare volenteroso i primi giorni, ha persino preparato soffritti sedendosi al tavolo di cucina, tutto impegnato con la mezzaluna…ha lavato il piatti una sola volta …(perché Dalia ha constatato che fa meglio lei con una sola mano…) tuttora sbuccia la frutta alla mogliettina impedita, ma Dalia che ama il detto “chi fa da sé fa per tre”,  se appena appena ce la fa a sbrigarsi da sola, non chiede aiuti. Sì, certo  non può  svitare e avvitare i barattoli,  la moka…  non può far sforzi col braccio sx…non può guidare, zappare, non si allaccia il reggiseno…ma riesce a fare tutte le faccende di casa come prima, diciamo un po’ alla “carlona,” ma ce la fa.
Ancora 22 giorni, pensa Dalia, cosa vuoi che siano! Spera soprattutto che una volta finito il periodo dell’ingessatura, il polso non le rimanga inchiodato…dopo aver sentito pessime esperienze a destra e a manca…Dalia rimane un po’ perplessa…proprio ieri all’ufficio postale ha ascoltato la storia  di una signora che era stata ingessata e poi le era rimasta la mano storta…e poi un’altra che ha dovuto farsi rompere di nuovo, quell’altra che non piegava più il polso…
O Signur! Sperem in ben! (E Dalia fa gli scongiuri).