mercoledì 19 dicembre 2012

Lo so, direte che sono un po' nostalgica...ma chi non lo è in questo periodo?
Forse per questa ragione tanti prendono distacco da questa festa...
Non voglio addentrarmi troppo perché finirei col commuovermi e quindi mi limito
solo a trascrivervi questa dolcissima poesia che nel  Natale 2003 mia sorella mi spediva
in risposta alla mia "Mattina di brina":


Appesa a un sottile filo d'argento
m'è giunta l'attesa missiva
e mi ha riversato in grembo
cascate di trine
e merletti di brina,
il fischio solingo d'un merlo,
un tonfo sordo
di neve
e infine, lieve,
da ultimo un dono:
un sopito ricordo...
Natale d'un tempo lontano:
incantato risveglio
nella dimora del nonno.
Fiori di ghiaccio
ai vetri delle finestre
stupiscono gli occhi
ancora offuscati dal sonno.
E dalla stanza accanto,
un canto
in falsetto:
"...e la chiara stella..."
annuncia la festa
più cara, più bella.

Poi fuori,
nell'algido giorno invernale:
i rami neri dei gelsi,
ornati di stille di gelo,
ricamano il grigio del cielo.
Tre passeri arruffati
sul selciato ghiacciato
intenti a cercare il becchime...
e noi, traballanti
nelle nostre scarpe cittadine,
avanziamo tremanti
tenendoci strette
per mano.
Lontano
un flebile coro di voci osannanti,
un filo d'organo
che il vento rabbioso
a tratti disperde...
Ma ecco
aperta la porta del tempio,
il freddo svanisce,
dissolve
e calda ci avvolge
la luce radiosa dei ceri,
la voce festosa dei cori,
il suono possente
dell'organo antico...
e noi c'inoltriamo
estasiate
dappresso al presepe
con le statuine di gesso,
con gli angeli in volo,
col bue, l'asinello...
già certe nel cuore
che mai lo potremo scordare
Natale più freddo
e più bello.





Questo Natale m'ha portato un dolcissimo dono che tengo stretto ed ho quasi paura a svelare.
Ve ne farò partecipi la Notte Santa.

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