Vi è mai capitato?
Camminava con insolita flemma,
lei, Dalia, che va sempre di passo veloce anche quando non ha fretta.
Pioveva, quella pioggerella che bagna anche se tieni l’ombrello aperto e penetra
nelle ossa e nell’animo.
L’animo…cos’era
in quel periodo? Uno straccio logoro.
Camminava
tirandosi dietro il carrello della spesa perché poi sarebbe andata al
supermercato. Si recava al laboratorio
analisi per un controllo delle urine di sua madre (da tempo soffriva di cistite
e non c’era più un antibiotico che le facesse effetto).
Camminava…un
passo dopo l’altro come i suoi giorni
buttati lì insieme a sofferenze, amarezze, dolori che le davano strette
al cuore.
Entrò
nella sala d’aspetto affollata e si sedette in attesa del suo turno. L’ombrello bagnato e con una stecca
rotta, il carrellino malandato, gli
stivali inzaccherati, i capelli
afflosciati dall’umidità, il tetro
cappotto…tetro come il suo umore: si
sentiva anche esternamente come quel cencio a cui aveva paragonato il suo spirito,
poche righe sopra.
Aprì
la borsa per aver sotto mano ricetta e provetta: NOOO! Era tutto bagnaticcio:
una parte della pipì della madre era fuoriuscita …portafoglio, fazzoletto,
portachiavi…la ricetta? Umida anche la busta che la conteneva…il coperchio non
avvitato bene…”avrei dovuto accertarmene
quando avevo preso il contenitore”… c’erano solo pochi mm di urina…sarebbero bastati per fare
l’esame? Tamponò con fazzolettini di
carta l’interno della borsa e li gettò con indifferenza nel cestino (che fortunata!) nell’angolo accanto a
lei.
-Io
uso sempre questo sacchettino plastificato, quando vengo per gli esami
dell’urina…- Le bisbigliò una signora
ben curata, seduta un po’ più in là -Sa, alla mia età bisogna guardare anche
questi particolari…quando si è giovani va bene tutto…-
-Giovane
io? Tra pochi mesi sono sessanta…- rispose Dalia con un filo di voce.
-Sessanta?
Ma mia cara sono gli anni più belli! Mi darà ragione…mi dia ascolto: i sessanta
le cambieranno la vita…oh, ecco tocca a me…buon giorno e auguri cara!-
La
signora si alzò agilmente e andò nella sala prelievi con la sua borsetta a
fiori plastificata.
Era una signora elegante, poteva avere ottant’anni, i capelli bianchi ben pettinati,
una sciarpa di seta turchese al collo e delle belle scarpe da pioggia.
A
Dalia veniva da ridere, ripensando a se stessa che asciugava l’interno della borsa cercando di non far capire cos’era
successo e la signora che aveva captato l’inconveniente…
Uscita
dall’ambulatorio e incamminandosi verso il supermercato, si scontrò con la sua
espressione corrucciata nella vetrina d’un negozio.
-Santo cielo! - Si disse - Sorridi… la vita comincia a sessant’anni!-
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