martedì 30 ottobre 2012

Parliamo ancora di zucche!

Per chi non avesse mai letto il seguito di "Le pere della Buona Luisa"...ovvero "Passa Passa Garibaldi", oggi ha il privilegio di apprendere segreti culinari che competono tranquillamente con tutte le rubriche che la TV ci sforna...
E a proposito di forno eccovi esperimenti di Dalia (investe qui di Daniela che vi racconta...)

Care amiche,
oggi vi proporrò una ricetta breve, anzi più ricette brevi, perché con un solo elemento base potrete sbizzarrirvi in esperimenti diversi, tutti divertentissimi e, soprattutto, poco calorici.
Leggete attentamente le istruzioni se desiderate raggiungere il mio risultato.  Buon divertimento.

GNOCCHI DI ZUCCA E DERIVATI

Avete zucche in quantità perché ve le hanno regalate o le avete coltivate voi stesse nel vostro orticello?
Volete realizzare un piatto speciale?
Lessate un quarto di una bella zucca e 3, 4  patate.
Passate il tutto, aggiungete 1 uovo, sale, cannella.
Formate una crema densa.
Se poi vostro marito vi chiede cosa stiate cucinando e vi dichiara che lui preferisce i "bigoli al pomodoro",
fate una palla con l'impasto, mettetela in frigorifero e usatela l'indomani.
L'indomani, verso l'ora di pranzo, riprendete la palla e, come vi avevano insegnato, portate a bollore dell'acqua salata.
Buttate cucchiaini d'impasto e lasciateli venire a galla...
Se vi venisse la tentazione di assaggiarne uno salito in superficie e ne sentiste la consistenza del tipo "pappetta"...sappiate che avete sbagliato qualcosa,  avete dimenticato la farina...
Ma non disperate! Scolate tutti i vostri gnocchi mollicci, ungete una teglia e buttatevi l'impasto, livellatelo e infornatelo per un buon trequarti d'ora.  (Nel frattempo rimediate con un antipasto di affettati al posto del primo piatto).
Il risultato, all'occhio, sarà quello di una torta tipo castagnaccio color zucca...non molto invitante.
Se non avete il coraggio di proporla ai vostri cari, mangiatevela voi...a fettine fredde, di nascosto come merenda e non la troverete poi così straziante come pensavate...ma dopo averne mangiato quasi la metà, buttatela pure ai piccioni che svolazzano sul balconico...loro la troveranno ottima!

                                                                                Dal Ricettario dei Grandi Esperimenti

venerdì 26 ottobre 2012

In previsione del compleanno di Pasquina ecco una lettera che la zia Dalia spedirà alla nipote:


Carissama nipotina...
sì, certo, ne fai 39 come Dante, ma per me (questo mi ricordo lo diceva anche la mia mamma) siete sempre bambini.
Il 31 ottobre è alle porte e sai, trentanove anni fa la festa di halloween era solo una "diavoleria" che conoscevamo dai films statunitensi (c'è però ancora gente, come mi ha raccontato tua sorella Clorinda, che non sa  cosa sia e  domanda in dialetto vassenese: "ma se pou savè se l'è 'sta festa dell' aulin...?")

Il giorno del tuo compleanno, come ben sai, per anni fu immortalato per quell'episodio che avvenne il giorno dopo la tua nascita, il primo di novembre, quando abitavate ancora nella metropoli in Via Tito Livio.

Eri nata nelle prime ore del 31 alla clinica Mangiagalli e la mattina stessa ero passata a trovare  la tua mamma e te prima di andare al lavoro (in quel periodo ero negli uffici di C.so di Posta Romana, due passi dall'ospedale). All'epoca non si speva il sesso del nascituro fino al momento della nascita e tu eri la seconda femmina...un po' di delusione (stessa delusione che procurai io ai miei genitori), ma eri una  bambina sana e bella, cosa c'era da lamentarsi?
L'indomani, festa di Tutti i Santi, la mia mamma invitò tuo padre a pranzare a casa loro.  Ricordo che dopo pranzo tuo zio Socrate ed io uscimmo con Dante  per fare un giretto ai giardini approfittando della  giornata tiepida e incrociammo il tuo papà che se ne tornava a casa dopo aver pranzato dai suoceri.  Voltandosi per salutarci e dire due parole, pestò una cacca di cane...alle sue santissime imprecazioni, io buttai là questa tipica frase di consolazione: "Dai, lo sai che porta buono!" e tra una raschiata di suola sul bordo del marciapiede e un arrivederci, ci separammo.
Più tardi venimmo a conoscenza che  tuo padre, rientrando a casa, aveva trovato la porta socchiusa e oggetti di valore spariti. Si salvò solo un anello che il tuo papà aveva acquistato  in occasione della tua nascita e che aveva nascosto affinché non venisse trovato dalla moglie...
Ricordo che con  sorriso sarcastico la tua mamma ricordava quell'episodio dicendo:
 e pensare che il 31 ottobre è la festa del Risparmio!

Bando a queste quasi malinconiche righe e buon compleanno!  Festeggiate anche la notte delle streghe?
Come vesti i tuoi tre marmocchi? Da fantasmini?
Tu e Fausto? Strega di Benevento e Barbablu?
Fammi sapere.  
Io credo che mi limiterò a preparare una torta alla zucca (vedi ricetta delle Pere della Buona Luisa).

Un bacione e ancora AUGURI

zzz


mercoledì 17 ottobre 2012

Amiche care,
ogni tanto Dalia sfoglia le sue vecchie scartoffie e  tra una risata e
un po' di malinconia si lascia andare nella lettura di qualche filastrocca demenziale scritta
in giornate senza dubbio più difficili, ma come sempre, sia lei che sua sorella Lillà, con una
punta di ironia.
Ve ne trascrivo una del 17 maggio 2002 scritta da Dalia alla sorella.

Amarcor  

Sorella,
che vuoi che ti dica...
la vita
è tutta un mistero.
Che vale strapparsi i capelli,
che vale cercare risposte?
Il dubbio
è sempre più nero.
La scelta è spesso spinosa,
come del resto la rosa...
e se sbagli,
dalla padella
ti puoi ritrovar
nella brace...
si sa,
fa meglio chi tace
e allora com'è che acconsente?
...eh, questi proverbi dei vecchi
che dicono grandi sciocchezze
(cacchiate direbbe un pivello)
ed io mi ritrovo
bel bello,
in questa di lacrime valle
a cercare invano la pace,
nel verde, nel cielo
e pur là
ti spaccan le palle
perchè non c'è pace
né in terra
né in mare,
c'è sempre quel tarlo
che deve scavare,
che deve insinuarsi
nel cuore
nell'anima pesta
e calpesta
attanaglia...
son stanca di questa battaglia.
Ho voglia di fare un falò
di tutti i miei crucci e pensieri
di tutti i miei giorni più neri
e vedere nel fumo svanire
l'amaro che so deglutire...
initili zucchero e miele:
quell'amaro è peggio del fiele.

sabato 6 ottobre 2012

Occhio non vede...


Ieri Dalia s’è alzata alle 7 con il proposito di fare due o tre cose che rimandava da tempo:
1° togliere le ragnatele
2° lavare i vetri
3° ritoccare con la vernice bianca alcuni punti del muro in cucina.

Dalia intervalla i suoi lavori domestici con accensione PC,  colazione, ingurgitare varie pillole,  fare una corsa in giardino,  contemplare il cielo, scattare qualche foto, imbastire qualcosa per il pranzo etc., il tutto nell'assoluta quiete mentre Socrate passa dal talamo alla sua stanza-studio-ufficio il che vuol dire fino alle 10.30 circa.

Senza andare troppo nei particolari,  Dalia ora si trova in cucina: sul gas cuoce
la zucca per fare il risotto e procuratasi pennello e vernice  sta dando una mano sul muro lungo il lavello dove le gocciolature d’acqua lasciano nel tempo una brutta striscia grigiastra.  Il gatto zampetta qua e là annusando la vernice e Dalia nell’angusto cucinotto ha dei guai a non inciampare tra cane e gatto che si intrufolano ad osservare la padrona.  C’è un altro punto critico in cucina  tra il soffitto e la parete a nord ovest dove si forma sempre un po’ di muffa.  Tirare in ballo la scala adesso però Dalia non ne ha voglia e senza indugiare si ingegna così:  prende del nastro adesivo e unisce il manico del pennello al manico della scopa, perfetto!  Ora intinge il pennello nella vernice e via
a pennellare il muro…peccato che non s’accorge che le setole della scopa sono avvolte dalle ragnatele che ha tolto dagli infissi delle finestre e mentre passa il pennello con maestria lungo il muro, alcuni sfilacciamenti di ragnatele sorvolano le pentole sul gas…
“Oh cacchio!” borbotta Dalia accorgendosi appena in tempo per evitare l’inconveniente di zucca al ragno...e poi a mezza voce non può fare a meno di dire:  se mi vedesse mia madre!