giovedì 27 settembre 2012

...Cucina e buoi dei paesi tuoi


 

"…Livorno…oh, sì, lì  c’è un posticino…non gli dai neanche 5 lire a guardarlo…ma ti preparano un caciucco che è la fine del mondo…

San Benedetto del Tronto…be’ ho mangiato una frittura di pesce in riva al mare da favola…

Roma…Monte Mario…c’è un ristorantino che non bisogna tralasciare se si va da quelle parti…”

 

 

Monumenti? Cattedrali? Ville settecentesche? E chi riesce a visitarli se sei in viaggio per lavoro?

Però mangiare devi pur mangiare!

 

Insomma, se Dalia o chiunque altro nomina una località italiana, Socrate la esalta non per le sue opere d’arte, ma per i piatti tipici lì gustati durante i suoi quarant’anni di lavoro girando per il Bel Paese dal Trentino alla Sicilia …del resto, amici cari…dove si mangia meglio che in Italia?

 

 

Perché questo preambolo?  Perché Dalia giorni fa ha parlato al telefono con la sua ex collega…sì la sua amica Giovanna che ha sempre delle scenette comiche da raccontarle e questa volta l’argomento è la cucina giapponese.

 

“…insomma dopo varie insistenze per provare quel ristorante giapponese decantato dai suoi amici, ho deciso di accettare l’incognita.  Così l’altra sera partiamo per il Giappone…lo sai che io sono di bocca buona, non sono proprio come lui che critica tutto…e va be’ entriamo e ci sediamo a un tavolo. Diamo un’occhiata al menu e già i prezzi per una cena completa ci lasciano perplessi.

Arriva il cameriere che di giapponese non aveva nemmeno…insomma poteva essere  tunisino o egiziano…ma non certo orientale. 

Visto che siamo completamente a digiuno di cucina giapponese…ci rimettiamo ai consigli del cameriere chiedendogli gentilmente di portarci  un assaggio dei piatti  tipici…

 

Purè di melanzane al pomodoro:

su piatto extra-large ci arriva uno schitto grigio

attraversato da una righetta rossa (il pomodoro)…non ti saprei dire di cosa sapesse, ma soprattutto ci ha colpito la dimensione (più o meno l’unghia del mio pollice…alla faccia dell’assaggio…ma poco male…)

Accanto al piatto ci sono anche le bacchette sigillate...proviamo ad usarle, ma dopo vari tentativi falliti rinunciamo e chiediamo le posate tradizionali.

Sushi e sushimi…a me non piacciono…e qui va a gusti.

Brodo d’alghe in zuppiera…blaaa! Proprio una schifezza schifosa! Per cambiare il sapore, provo la punta di coltello di una salsina bianco-verdastra: ho pianto e tossito per cinque minuti da quanto era piccante…(che sia per queste salse potenti che i giapponesi fanno tutti quei salti e movimenti nella loro tipica lotta?). Rimetto il coperchio alla zuppiera per evitare di inalare l’aroma…

Riso con semini…forse sesamo…niente di che…anche qui cerco di insaporire con altre salsette ma non ottengo risultati soddisfacenti.

Unico piatto che salverei: la Tempura, un fritto leggero di pesce e verdure, credo…spero fossero state verdure…in ogni modo buone”.

 

“E tuo marito?”

“Ah, lui, forse per non ammettere che era meglio evitare, ha assaggiato tutto…anche quel brodo viscidino…lui che è così difficile…però uscendo dal ristorante  ho letto quello che la sua espressione del viso diceva (lui che è d’origini parmensi): Cucina giapponese? Non vorrai mica mettere i tortellini fatti in casa della mia mamma!…che formulato in dialetto emiliano renderebbe ancora di più l’idea!"